The STUDIA UNIVERSITATIS BABEŞ-BOLYAI issue article summary

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    STUDIA THEOLOGIA%20CATHOLICA - Issue no. 3 / 2008  
         
  Article:   ROMANIAN RELIGIOSITY, BETWEEN ILLUSION AND INDIFFERENTISM? / LA RELIGIOSITÉ DES ROUMAINS, ENTRE L’ILLUSION ET L’INDIFFÉRENTISME? / LA RELIGIOSITÀ DEI ROMENI, TRA L’ILLUSIONE E L’INDIFFERENZA?.

Authors:  SIMONA ŞTEFANA ZETEA.
 
       
         
  Abstract:  La religiosità dei romeni, tra l’illusione e l’indifferenza? Le opinioni in quello che riguarda lo stato del cristianesimo nella Romania attuale sono divise, taluni credendo che non si possa parlare di una crisi del cristianesimo rumeno (per tutte le denominazioni) ed altri che questa crisi è irrimediabile. Tra un esagerato ottimismo e un nero pessimismo, si manifesta un’intera gamma di attitudini. Che cosa ci dicono le attuali indagini sociologiche sullo stato attuale della fede dei rumeni? In che misura possiamo crederci per identificare i problemi e trovarci delle soluzioni? Che cosa significa che i rumeni confidano nella Chiesa più che in ogni altra istituzione? Possiamo essere tranquilli a partire di questo aspetto? Perché coloro che si mostrano ottimisti in quello che riguarda lo stato della fede in Romania credono nelle indagini in questo caso, rifiutandole negli altri aspetti? Che cosa significa il fatto che i rumeni che dichiarano appartenere ad una tale o tale confessione sono più numerosi di coloro che si affermano religiosi? Forse abbiamo a che fare con un cristianesimo (vissuto in una od altra delle confessioni) convenzionale? È forse quest’idea confermata dalla pratica festiva della maggioranza dei rumeni (che d’altronde appartengono in gran parte a delle confessioni che mettono l’accento su questa dimensione della fede), dello scarso impegno nella comunità? Se tutto ciò ancora non dice abbastanza sulla qualità della fede dei rumeni, come si può spiegare lo mischio della superstizioni e degli elementi caratteristici ad altre spiritualità con gli elementi propriamente cristiani? Le indagini sociologice mostrano che i rumeni vivono in gran’ parte un cristianesimo convenzionale, conformista, comodo, senza impegno e non impegnativo, mentre tutto questo non è e non deve essere caratteristico a coloro che si pretendono discepoli di Cristo. Benché sono possibili soluzioni, il non prendere in considerazione di queste realtà, il trionfalismo delle Chiese e l’isolamento sono alternative sbagliate. Una crisi non si guarisce tramite l’ignoranza e le difficoltà non si affrontano rovesciando le spale. Come cristiani – sia laici, sia persone consacrate – dobbiamo diventare responsabili, essendo realisti senza diventare catastrofici, essendo attivi senza diventare utilitaristici, comprendendo che non soltanto è possibile parlare di indifferenza religiosa nella società rumena, ma che abbiamo anche a che fare con una realtà molto diffusa, anche se nelle forme le più sottili. Dobbiamo riconoscere il fatto che molti rumeni sono semplici cristiani convenzionali e che questo è un problema che non si risolverà da se: è necessario che troviamo (noi, quelli che ci sentiamo responsabili per la sorte del cristianesimo, noi, quelli che siamo impegnati in un modo o l’altro nella vita della comunità) gli elementi che ancora raccordano l’uomo alla vita della fede (la celebrazione cristiana dei grandi eventi della vita, la partecipazione alla messa nelle grandi feste, i pellegrinaggi) per aiutarlo a scoprire e riscoprire l’essenza del cristianesimo, al di là della convenzione, per la propria edificazione e l’edificazione del popolo di Dio e di un mondo migliore.

Parole chiave: l’indifferenza, la fede, la preghiera, la pratica, la religione, la tradizione, la magia, la chiesa.

Mots clé: indifférentisme, foi, prière, pratique, religiosité, tradition, magie, Église.
 
         
     
         
         
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