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Rezumat articol ediţie STUDIA UNIVERSITATIS BABEŞ-BOLYAI
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Autori: CARMEN BELEAN.
DOI: 10.24193/subbhistart.2017.05
Published Online: 2017-12-15
Published Print: 2017-12-30
pp. 91-105
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Le considerazioni di un pittore sul passaggio della pittura di Fayum alla pittura bizantina. La pittura dell’antichità rimane un soggetto sempre aperto grazie, da una parte, alle poche fonti quali abbiamo per indagare la complessità e la sua ampiezza, e da un altra parte, grazie alla qualità eccezionale delle fonti alle quali abbiamo pure accesso. Un notevole momento sul tragitto della pittura dell’antichità si ritrova nel periodo tra i secoli II e III prima e dopo Cristo, nella forma di alcuni ritratti funebri. Il più di 1000 dipinti scoperti nella regione Fayum, quali rappresentano ritratti dipinti su legno oppure su strisce di papiro, portano oggi il nome della regione in cui sono stati scoperti. Questi lavori rappresentano veri esempi di arte Copta ed evidenziano un momento particolare come inovazione e forma di espressione sul cammino della pittura naturalista. Una serie di segni concludenti attestano il fatto che questo tipo di pittura si trova alla base della pittura religiosa di icone dei secoli successivi, evidenti specialmente nelle somiglianze multipli quali questi ritratti hanno con la icona. I ritratti di Fayum e le prime icone cristiane dovessero coesistere fino all’estinzione finale del culto dei ritratti di mumie. Anche se l’evidenza è frammentaria, possiamo pure osservare la transizione dall’arte pagana a quella cristiana nel mondo romano, in icone datando dei secoli VI e VII d.Hr. quali provengono dal monastero Santa Caterina al Monte Sinai per esempio, quali rappresentano una forte somiglianza con questi ritratti pagani.
Parole chiave: pittura dell’Antichità, pittura di Fayum, la scuola di Alessandria, la pittura bizantina, la tecnica encaustica, l’icona.
